Allegri è la Juventus

01.11.2023

Massimiliano Allegri inizia il suo secondo ciclo alla Juve il 28 Maggio 2021. È appena terminata la stagione

sotto la guida di Andrea Pirlo, conclusasi con la qualificazione in Champions League e la vittoria di Coppa

Italia e Supercoppa. Il centrocampista italiano più forte della storia viene però accusato dalla dirigenza di

non aver trasferito alla squadra quei tratti caratteristici dei bianconeri: forza, tenacia, solidità.

La società sceglie allora di tornare al passato, un passato ricordato con tanta dolcezza e un po' di nostalgia. I

tifosi sui social impazziscono, non si riescono a contare i "bentornato a casa Max".

A scegliere Allegri è il Presidente in persona, Andrea Agnelli, nipote dell'Avvocato. Tra i due si è instaurato

un rapporto solidissimo, ci si parla spesso, non ci sono mediatori. Insieme, hanno portato la Juventus due

volte in finale di Champions in cinque anni.

Si sparge la convinzione che con questo ritorno

l'obiettivo sia nuovamente lo scudetto, perché "la squadra è forte". 

Si rincorre disperatamente una sorta di

contro-rivoluzione

Nel 2019 il mister toscano era stato esonerato a vantaggio di Maurizio Sarri, per dare

alla Juventus quell'identità di squadra dominante, ritenuta dai guru fattore fondamentale per vincere in Europa.

 Essendo fallito questo progetto, si decide di fare un passo indietro, di tornare allo Status-

Quo del 2019, condito da 5 scudetti e tanti altri trionfi.

La Juventus, però, aveva già iniziato il suo declino. 

Succede però che non sempre le cose vadano come si spera, e che non sempre ci si renda conto della fine di un ciclo.

Succede, poi, che ci si trovi il 31 agosto 2021 a perdere l'attaccante più forte del pianeta, con all'attivo 100

goal in tre anni, e che la società scelga di rimpiazzarlo con Moise Kean.

22 Agosto 2021, Udine. Ultima partita di Cristiano Ronaldo in bianconero
22 Agosto 2021, Udine. Ultima partita di Cristiano Ronaldo in bianconero

Succede, poi, che il 6 Gennaio 2022 si infortuni il giocatore più decisivo nella rosa. Chiesa a Roma si rompe il crociato, e resta fuori un anno. 

Tre giorni dopo, Dybala ufficializza il non rinnovo con la Juventus, non

esultando contro l'Udinese.

Succede che Arrivabene pensi di uscirsene con frasi come "non corriamo dietro ai ragazzini",

riferendosi all'argentino.

 Va precisato che società e giocatore avevano trovato un accordo, ma di punto in

bianco la dirigenza ha deciso di ritrattare la propria offerta. 

Quando ci si stringe la mano, se si torna sui

propri passi, si conosce già l'epilogo.

Succede, quindi, che a Maggio 2022 la Juventus si qualifichi per la Champions League, senza trofei e

uscendo agli ottavi col Villareal. Il numero 10 va via, e viene sostituito con Angel di Maria.

Succede, però, che Angel di Maria abbia la testa solamente al mondiale, e giochi rispettando il proprio

status soltanto il doppio confronto col Nantes.

Succede, poi, che a spron battuto ritorni Pogba, ma il francese si fa male nella tournée estiva, e risulta

indisponibile per tutto l'arco della stagione.

Succedono tutte queste cose nel giro di un anno, ma non basta.

Novembre 2022: si dimette l'intero CDA della Juventus. Lascia il posto Arrivabene (unica nota positiva) e,

soprattutto, si dimette Andrea Agnelli. In un momento di estrema difficoltà il guerriero perde la propria

mente. È come se il Che e Fidel Castro si fossero separati prima di realizzare la rivoluzione. Se fosse stato

così, nessuno dei due sarebbe riuscito nell'impresa.

Massimiliano Allegri rimane da solo.

 Pensa di dimettersi, ma viene pregato di rimanere. Da qui in poi sarà

l'unico punto di riferimento di questa società. Si prende sulle spalle i ragazzi, cerca di andare avanti

ostentando un ottimismo che, date le condizioni, non può esistere. La sua squadra era praticamene uscita

ai gironi di Champions, in campionato invece si trovava ancora nelle prime posizioni.

Succede, però, che poi la Juventus subisca la penalizzazione. 

20 Gennaio 2023.

-15 punti.

Classifica completamente ribaltata, si passa dalla lotta per l'Europa all'ottavo posto.

Tutto questo senza una società, senza leader, con un pubblico allo stadio che, se c'è, non fa altro che

fischiare.

Si parla per mesi più di giustizia che di pallone, e il mister si ritrova a dover coprire tutti i ruoli: allenatore, capo

dell'ufficio stampa, mental coach. La penalizzazione viene tolta, ma non definitivamente. Si gioca quasi

tutto il campionato non sapendo di che morte si dovrà morire. Dybala non c'è più, Chiesa è ancora fuori,

Bonucci ormai non è più in condizione, Di Maria la maggior parte delle volte sembra che faccia un favore

agli altri.

Poi, il colpo di grazia: pochi minuti prima della partita con l'Empoli vengono assegnati nuovamente i punti di

penalizzazione.

 La squadra perde.

In tutto ciò la Juve si gioca una semifinale di Europa League a Siviglia, sognando la finale per larghi tratti. 

Dal  Sanchez Pijuan, tuttavia, ne esce sconfitta.

Il campionato finisce, teoricamente sarebbe terzo posto, ma con la pena inflittagli i bianconeri terminano

al settimo.

Finisce un anno straordinario, nel senso che è completamente fuori dall'ordinario. Max lo passa però senza

il suo mentore, il Presidente, uscito completamente dal copione da quella notte di Novembre.

Allegri nel post-gara di Udine, dove si è giocata l'ultima partita della stagione, piange, è commosso, è

sfinito. 

È tipico dei Leader,  si mostrano sempre forti, per dare delle certezze a chi conta su di loro. Tifosi e

giocatori.

Al termine della stagione il popolo juventino è un fiume in piena, regna l'insoddisfazione, la rabbia, il senso d'ingiustizia. Si richiede a gran voce un cambio in panchina. Non si considera minimamente l'aspetto extra-calcistico, nonostante abbia ricoperto il ruolo da protagonista nell'annata bianconera.

 I tifosi intasano i social di #allegriout, ma ciò accade proprio perché Allegri è la sola figura con cui potersela prendere! 

È l'unico che è presente.

 È la speranza a cui ci si appiglia nelle situazioni di disperazione. Si pensa quindi che tradisca, quando non dona ciò che si aspettava.

Ma, semplicemente, dato il contesto, le aspettative viaggiano su un binario diverso rispetto alla realtà.

Nella stagione attuale la melodia è sempre la stessa. Scoppia il caso Bonucci, che addirittura querela la

Juventus. Una leggenda del club che, per varie vicissitudini, si ritrova a portare in tribunale la propria

squadra. Il tanto atteso Pogba ritorna, ma dopo poche settimane risulta positivo al doping. Scoppia un'altra

bufera.

Ma, come usava dire il mio professore di filosofia per approfondire i concetti, non basta.

Non basta perché poi emerge il caso Fagioli, squalificato per tutta la stagione.

Ecco, credo che questa cronaca degli eventi renda meglio l'idea di ciò che la Juventus abbia passato in

questi anni. Anzi, di ciò che Allegri abbia passato in questi anni.

Perché, oramai, Massimiliano Allegri è la Juventus.

Non è una frase ideologica, non è uno slogan: chi rappresenta, nei confronti dell'opinione pubblica, la

Juventus? Conoscete il nome dell'attuale presidente? Ve lo dico io, è Gianluca Ferrero. Credo di averlo

sentito parlare una volta .

Quindi, sì.

In questo momento, Allegri è la Juventus.

È lecito aspettarsi da una squadra con una storia di un certo calibro che lotti sempre per vincere, per

sovrastare gli altri. È da stolti, tuttavia, non considerare tutti i fattori esterni che influenzano quello che, a

tutti gli effetti, è un ambiente di lavoro.

È da stolti anche credere che Miretti, Mckennie, Weah e Locatelli possano far giocare la squadra come

usavano fare Pjanic, Khedira e Matuidi. E, ancora prima, Pogba, Marchisio, Vidal e Pirlo.

È ancora più surreale pensare che sia Allegri a chiedere ai propri giocatori di non fare due passaggi di fila, a

volere questo, e ad allenare quotidianamente dettando questi termini.

Non si vincono 6 scudetti per caso. 

Non si porta una squadra che "aveva paura di giocare col Malmö " in

finale di Champions. Squadra che, tra l'altro, con Conte in panchina era uscita ai gironi con il Galatasaray.

Come accaduto con Cristiano Ronaldo, il nostro Paese sta frettolosamente bollando come finito un

fuoriclasse del settore. E questo accade perché si insegue l'ondata di pensiero popolare, che si nutre di

istinto e non di ragione.

Il popolo juventino deve ritenersi fortunato che ci sia stato Massimiliano Allegri a condurre la squadra in

uno dei momenti più bui della propria storia.

Il toscano si è preso insulti, critiche, ed è stato anche accusato di rimanere attaccato alla poltrona.

Allegri, invece, sta solo continuando a combattere.

E chissà che quest'anno, nonostante tutto, riesca nella contro-rivoluzione…

-Matteo Fanelli


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