Andare in trasferta è da eroi

07.10.2023

Ciao a tutti, sono Matteo Fanelli. Mi presento perché per me questo è l'esordio nel blog. Ho 20 anni, e come molti altri, sono un tifoso. Faccio questa specificazione per introdurre il tema di questo piccolo sfogo, anche se voi già lo capirete dal titolo.
Vado allo stadio, sono abbonato consecutivamente dal 2015, sono un amante dello stadio e della curva. Spendo soldi, non pentendomene, per seguire la mia squadra, non pagando DAZN, quasi fosse un fioretto, perché il calcio non può essere mezzo per rubare soldi alle persone. Sì, rubare, perché il servizio molte volte è scadente. Preferisco usare i miei soldi per supportare dal vivo la mia squadra. Nel 2023, però, questo sta diventando difficile. In un periodo in cui i prezzi di qualsiasi cosa stanno aumentando, anche le partite costano. Legittimo, direte voi. Sì, ma fino ad un certo punto. Come detto non pago DAZN perché il denaro richiesto non corrisponde al servizio offerto, e questo tuttavia accade anche per ciò che riguarda andare allo stadio.
Biglietti per i tifosi di casa e ospiti a prezzi esorbitanti, tessere e documenti senza i quali non si può accedere; essere tifoso in questo Paese è diventata la cosa più difficile del mondo.

I COSTI DEL TIFO

Per andare a vedere la mia squadra a Napoli il biglietto del settore ospiti è costato 50€. 50€ per accedere allo Stadio S.Paolo, o se preferite Diego Armando Maradona, un impianto a dir poco fatiscente. Ma non è solo il costo a rendere complicata la trasferta in se. Per andare a vedere la partita era obbligatoria la tessera del tifoso (15€), acquistare il biglietto sulla piattaforma online, che spesso va in tilt con l'eccesso di domanda simultanea, e pregare per vedere finalmente la scritta "titolo acquistato".
Quindi, una volta fatto tutto ci siamo, si può andare in serenità, direte voi. Eh no, perché ovviamente mancano le spese per recarsi presso il "teatro" S. Paolo. Una volta essersi organizzati per andare e tornare, però, manca la parte più grottesca, più faticosa. Essere trattato come un criminale da parte di tutti gli addetti ai lavori dello Stadio.

Facciamo un riassunto: decidi di seguire la tua squadra, spendi 50€ per un biglietto in uno stadio che non si regge in piedi, compri i biglietti per i mezzi di trasporto. Se va bene siamo sui 100€ totali. Quindi, si spendono 100€ in una giornata per poi essere trattati come un animale da reprimere, da controllare, da stancare. "Esageri", direte voi. 

Lo stadio San Paolo dall'alto
Lo stadio San Paolo dall'alto

L' ACCOGLIENZA

Bene, essendo Napoli una piazza allegra, col mio socio decidiamo di entrare presto allo stadio, per evitare problemi. Entriamo dai cancelli del settore ospiti, dove incontriamo il telecronista di DAZN diretto in tribuna stampa (nel grandioso S.Paolo non esiste un'entrata a loro dedicata, li fanno entrare insieme alle bestie), e ci dirigiamo verso lo scudo di steward e poliziotti per farci controllare, palpare, squadrare. Va prima il mio socio, liscio. Tocca a me, nelle tasche ho un sacco di cose: portafoglio, biglietto, caricatore, telefono, iqos. Mi rendo conto di come lo steward stesse fremendo per trovare qualcosa di non permesso, che ne so, un fumogeno, una bomba carta, un coltello, tanto chi va a vedere le partite fuori casa è per forza di cose un poco di buono. Mi chiede, come potete immaginare con un'enorme gentilezza, di tirare fuori tutto. E allora via, tengo in mano tutto ciò che riesco, tranne una cosa: l'accendino. "che hai qua" (in napoletano), "l'accendino", rispondo con grande tranquillità. "Eh qui non si può fumare, dammelo". Me lo guardo, leggermente sbalordito. A Napoli, dove è ricorrente vedere filmati di gente che piscia sui muri dello stadio, di persone vicine alla camorra lanciare i cori in piedi sulla balaustra, mi vieni a dire che dentro lo stadio non si può fumare. Annuisco, in segno di accettazione del divieto, ma non gli do l'accendino. Non avevo metabolizzato che me lo stesse sequestrando. E invece era proprio così. La sua spiegazione, da me riadattata a come stanno le cose realisticamente, è stata "no perché nel caso in cui possedessi un braccio bionico, in grado di far arrivare l'accendino con un lancio a un giocatore (ricordiamo che nel prestigioso S.Paolo c'è la pista di atletica tra spalti e campo), saresti pericoloso. O ancora peggio se col tuo braccio bionico riuscissi col lancio a sfondare la rete che divide gli ospiti dai serenissimi tifosi di casa". Io rimango senza parole, ma non volendo problemi alla fine gli do l'arma. Il signore rassicura comunque che lo potessi riavere alla fine della gara. 


Il muro di forze dell'ordine fuori dallo stadio San Paolo
Il muro di forze dell'ordine fuori dallo stadio San Paolo

L'ESPERIENZA ALL'INTERNO

Entro.

 Più che "entro", dovrei dire "passo al prossimo step". Eh, ora tocca alla polizia controllare. Visto che però avevano assistito alla scena, mi tengono cinque secondi e mi fanno andare.
Si passa quindi il tornello, e si entra. Come detto il S. Paolo è un'opera architettonica all'avanguardia, sono assolutamente assenti punti in cui le scale sono completamente al buio, bagni con le porte che si chiudono a chiave da sole con le persone all'interno, e altre cose che sì, sarebbero da terzo mondo.
Col mio socio, essendo entrati praticamente per primi, decidiamo di andare al bellissimo bar del settore, per prendere una birra. Scopriamo che, in un ambiente elegante come quello, non si vendono alcolici agli ospiti. Sia mai che diventiamo animali poi, sotto effetto dell'alcol. Ci prendiamo un gustosissimo tramezzino per spezzare la fame, che avrà avuto la temperatura di -30 gradi. Ricordiamolo, questa calorosa accoglienza e questi servizi impeccabili, sono costati appena 50€.
Dopodiché inizia ciò per cui siamo venuti, la squadra entra in campo, e fa anche bene. Le emozioni dei 90' ripagano, sempre, tutte le rogne che si devono vivere per questi eventi.

L'USCITA DALLO STADIO

Arriviamo all'uscita. Essendo tifosi ospiti, e quindi delle bestie, ci tengono chiusi nel settore per far defluire i tifosi di casa. Mezz'ora, un'ora… A 00:15, con la partita terminata alle 22.40, ci fanno gentilmente uscire.
Visto che so come funziona questo mondo, non avevo la minima speranza di riavere il mio accendino (tra l'altro comprato in un viaggio, lo rivolevo solo per il valore affettivo). Chiedo comunque ad uno stewart: "sisi, vai da quello con la pettorina rossa". Mi avvicino con garbo quindi alla pettorina rossa, il capo, spiegandogli cosa volessi. Se la ride, "uagliò, pe' piacere… se lo saranno già battuto" e mi fa segno di andare via.
Ricapitolando: uno paga, da quindi da mangiare a queste persone, perché senza tifosi non lavorerebbero, e loro sono completamente autorizzarti a rubarti un oggetto avendo anche il potere di potertelo dire ridacchiando.
Vi prego di non soffermarvi sul fatto che fosse un misero accendino (benché io ci fossi affezionato), ma sul gesto in se, sul principio intrinseco a questo episodio. Tutto questo perché i tifosi sono pericolosi, che sarà mai rubare per garantire la sicurezza di tutti

"Leonà, pe piacere". Forse lo steward si è ispirato a questo film
"Leonà, pe piacere". Forse lo steward si è ispirato a questo film

CHI TE LO FA FARE

Ma, allora, "chi te lo fa fare", direte voi.
Me lo fa fare ciò che spinge ogni tifoso, ciò che ci fa essere talvolta anche figure da spennare, fino all'ultimo centesimo, ma che ci tiene vivi e ci fa emozionare più di qualsiasi altra cosa.

La passione per questo gioco meraviglioso.

-Matteo Fanelli


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