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La Città Ideale: un sogno realizzabile?
Il concetto di Città Ideale ha affascinato filosofi e pensatori per secoli, offrendo un modello di società perfetta in cui giustizia, ordine e felicità regnano sovrani. Diverse culture hanno immaginato la propria utopia urbana: dalla città-giardino di Ebenezer Howard alla Città del Sole di Tommaso Campanella, ogni progetto riflette le aspirazioni e i valori del proprio tempo.
Platone elabora la sua città ideale in un momento di profonda crisi politica e morale per la Grecia: la fine della Guerra del Peloponneso aveva messo in luce le debolezze della democrazia ateniese e la fragilità di un sistema dominato dalla pleonexia, la brama di potere e ricchezze.
Platone propone un modello per risanare la società, una risposta concreta alle degenerazioni osservate.
La Città Malata e la degenerazione delle forme di governo
Platone, osservando la realtà politica del suo tempo, giunge alla conclusione che la città è malata. Atene, simbolo della democrazia, è per lui un esempio di come il potere nelle mani del popolo conduca all'anarchia e all'instabilità. La pleonexia domina l'animo umano, spingendo gli individui a perseguire i propri interessi a discapito del bene comune.
Questo stato patologico si manifesta attraverso la degenerazione delle forme di governo, che Platone descrive nel libro VIII della Repubblica come un processo di progressiva corruzione politica e sociale: dalla timocrazia — dominata dall'onore che conduce al governo dell'élite guerriera — si passa all'oligarchia, centrata sul potere economico di pochi ricchi, la reazione popolare genera una democrazia caotica e anarchica, che apre infine la strada alla tirannide. Ogni fase rappresenta un ulteriore allontanamento dalla giustizia e dall'armonia.
Queste forme rappresentano le "sindromi" della malattia della città che Platone contrappone alla sua città ideale, la quale incarna lo stato di salute in cui armonia, giustizia e virtù dominano.
Il Progetto della Kallipolis
Nella Repubblica, Platone delinea il suo progetto di città ideale: la kallipolis, la "bella città". Per realizzare questo ambizioso obiettivo, Platone propone una serie di misure radicali che rappresentano la base del progetto educativo e politico che culminerà nella divisione della società in tre classi. Per prima cosa l'eliminazione della proprietà privata per i governanti: Platone identifica la confusione tra potere e ricchezza come la principale radice dei mali della città. Per evitare che i governanti utilizzino il potere per perseguire interessi personali, propone di abolire la proprietà privata per il gruppo dirigente, eliminando così la tentazione della pleonexia.
Educazione comune per uomini e donne: Platone sfida la tradizionale "disparità di genere" nella società greca, sostenendo che le donne, se adeguatamente educate, possono svolgere le stesse funzioni degli uomini. Per realizzare questa parità, propone un'educazione comune per entrambi i sessi, che permetta alle donne di sviluppare le proprie capacità intellettuali e morali. Abolizione della famiglia tradizionale e dell'oikos: Per Platone, la famiglia tradizionale, con i suoi legami di sangue e di proprietà, rappresenta un ostacolo all'unità della città. Per rafforzare la coesione sociale, propone di abolire il matrimonio monogamico e la paternità individuale. I figli, allevati in comune dallo Stato, svilupperanno un forte senso di appartenenza alla comunità, superando gli interessi particolaristici della famiglia.
Le Tre
Classi Sociali e il ruolo della Giustizia
La divisione della società in tre classi – governanti, guerrieri e produttori – si basa sulla convinzione platonica della diseguaglianza naturale tra gli uomini. Platone, pur riconoscendo l'importanza dell'educazione nello sviluppo delle potenzialità individuali, ritiene che ogni individuo possegga attitudini e capacità diverse fin dalla nascita. La città giusta, per Platone, deve organizzarsi in modo che ognuno svolga la funzione per cui è naturalmente portato.
- Governanti-filosofi: individui dotati di una natura razionale prevalente. Attraverso un lungo e rigoroso percorso educativo, acquisiscono la conoscenza del Bene e della Giustizia, diventando i "medici" della città, capaci di guidarla verso la salute e la felicità.
- Guerrieri: individui dotati di una natura impulsiva prevalente, ma temperata da un forte senso dell'onore e della disciplina. Attraverso un addestramento fisico e morale, diventano i difensori della città, proteggendola dai nemici esterni e interni.
- Produttori: individui dotati di una natura appetitiva prevalente. Si occupano delle attività economiche necessarie alla sussistenza della comunità, contribuendo al benessere materiale della città.
La struttura sociale della kallipolis non è quindi arbitraria:
essa riflette una corrispondenza tra individuo e città, che assicura un'armonia
naturale. La giustizia emerge come l'equilibrio tra le diverse componenti:
quando ogni individuo svolge il ruolo che gli compete, senza interferire con le
funzioni altrui, si raggiunge l'ordine e il benessere collettivo.
Realizzabilità e Significato
La questione della realizzabilità della kallipolis è un tema centrale e complesso che attraversa tutta la sua opera. Platone stesso affronta questa questione, consapevole delle difficoltà e delle critiche che il suo progetto utopico avrebbe suscitato. Il primo tema è quello della Non-impossibilità e Probabilità: Platone sostiene che la realizzazione della kallipolis, pur essendo estremamente complessa, non sia un'impresa irrealizzabile. La sua possibilità si basa su due ragioni principali: la conformità alla natura del suo disegno, e la sua costruzione logica rigorosa. Per passare dalla non-impossibilità alla probabilità, Platone dilata la scala spazio-temporale in cui potrebbe verificarsi la realizzazione della kallipolis. Egli ipotizza che questo evento possa essere accaduto nel passato, in un luogo remoto, o che possa accadere nel futuro, quando "una qualche necessità induca chi eccelle nella filosofia a prendersi cura di una città".
Platone riconosce dunque che la realizzazione concreta della kallipolis presenta enormi difficoltà, ma insiste sulla sua utilità come paradigma teorico. La città ideale serve come modello per orientare l'agire politico ed etico. Non importa se essa esista realmente o solo nel Cielo: il suo valore risiede nella sua capacità di ispirare un'umanità nuova, capace di perseguire la giustizia.
"Ma forse nel cielo ne esiste un modello per chi voglia vederlo e rifondare se stesso a partire da questa visione. Non fa alcuna differenza se questa città in qualche modo esista o sia destinata a esistere: egli dedicherà la sua prassi soltanto ad essa e a nessun'altra" (592 a-b, Libro IX, "La Repubblica", Platone)
Un'eredità controversa
La città ideale di Platone, pur nella sua natura utopica e nelle sue caratteristiche controverse, rappresenta un contributo fondamentale alla storia del pensiero politico occidentale. Le sue proposte possono sembrare estreme o inapplicabili, ma toccano nervi ancora vivi: la relazione tra Potere e Giustizia, il ruolo dell'educazione, e il sacrificio personale per il bene comune.
Platone ci spinge alla riflessione, ponendoci una domanda essenziale: quali ideali siamo disposti a perseguire per il futuro della nostra società? E quali siamo disposti a sacrificare?
-Paolo Collabolletta
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