La Libertà che guida il popolo, emblema di ribellione

21.10.2023

Pochi sono stati, nella storia dell'arte figurativa, gli artisti in grado di rappresentare appieno non solo un semplice dettaglio o accadimento, ma più largamente un intero movimento ideologico-culturale, una fase storica nella sua totale complessità. Ecco, tra le poche opere che sono riuscite, nella loro sbalorditiva semplicità, ad immortalare qualcosa in più di una sola istantanea cristallizzatasi su tela, certamente La Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix ricopre certamente un posto di particolare rilievo. 

IL CONTESTO STORICO

Carlo X, re di Francia e capo degli ultrà legittimisti, la frangia più estrema e intransigente dell'autoritarismo monarchico, salito al trono nel 1824, a seguito della morte del suo predecessore Luigi XVIII, cominciò a coltivare il proprio progetto politico, mirato a dare una svolta in senso conservatore e assolutista alle istituzioni e al sistema. Con la promulgazione della Legge sul miliardo, la quale stabiliva una forte imposizione fiscale volta a risarcire l'aristocrazia e il clero di quei beni e terreni che, a partire dal 1789 erano stati confiscati, e con lo sciogliemento delle camere parlamentari disposto per mezzo delle celebri Quattro ordinanze, il sovrano provò a forzare la mano per spostare a destra gli equilibri politici.

Il popolo non digerì il carattere reazionario del nuovo ciclo monarchico.

Parigi insorse, e nel 1830 il re fu costretto ad abdicare. Ecco qui, che una volta ancora, come durante l'assalto alla Bastiglia di quattro decenni prima, fu la Libertà a guidare il popolo

LE CONTROVERSIE DEI PRIMI ANNI

Proprio nel contesto del fermento politico della Francia degli anni '30 dell'Ottocento, Delacroix decise di immortalare in un quadro gli avvenimenti che Parigi aveva vissuto sotto Carlo X. L'opera fu esposta per la prima volta nel 1831 al Salon de Paris, e fu acquistata, per 3000 franchi, dal governo francese. 

Anche per il più aperto e illuminato sovrano Luigi Filippo d'Orleans, tuttavia, l'opera rappresentava una pericolosa minaccia per la stabilità dell'istituto monarchico, e la tela fu celata fino al 1848, quando una nuova ondata rivoluzionaria fece crollare l'instabile monarchia restaurata per dar vita all'esperienza della Seconda Repubblica di Luigi Napoleone Bonaparte. 

DESCRIZIONE DELL'OPERA

La donna che impugna il tricolore francese al centro dell'opera, simbolo di rivalsa e ribellione, altri non è che l'allegoria della Libertà, quell'indomito sentimento che smuove le coscienze e che si mette a capo della schiera di cittadini decisi a ribellarsi contro la repressione e l'autoritarismo del sovrano. La scena è rappresentata con un realismo crudo e violento, che conferisce all'opera un tono epico e solenne. Per terra si possono vedere i cadaveri dei ribelli, simbolo del sacrificio che ogni rivoluzione richiede alla storia per essere portata a compimento. 

Alla destra della donna, un giovane armato di una pistola rappresenta il coraggio e la lotta dei più giovani contro la monarchia. Le analisi storiografiche concordano sul fatto che questo personaggio corrisponda a Félix Guillermardet, amico d'infanzia dell'artista.

I colori, scuri e taglienti, danno l'impressione di una giornata di feroce trambusto, di polvere sollevata e di fuochi appiccati. Le tonalità prevalenti, rievocano nuovamente i colori del tricolore nazionale: il rosso, simbolo del sangue dei rivoltosi caduti, il blu, simbolo del tempo della rivoluzione, e il bianco, emblema della purezza e della bontà ideologica del processo rivoluzionario. 

Delacroix, il borghese che lotta per la Libertà
Delacroix, il borghese che lotta per la Libertà

IL BORGHESE 

Cuore pulsante e motore della Rivoluzione francese del 1789 e dei moti liberali del 1830 e del 1848, la borghesia, classe sociale in costante espansione e ascesa, sia economica che culturale, rappresentò a tutti gli effetti il fattore di principale novità nello scenario socio-politico europeo a cavallo tra il XVIII e XIX secolo. 

Animato dalla diffusione delle idee del socialismo romantico di Proudhon, Blanc e Saint Simon, il ceto borghese acquisì nell'Ottocento la consapevolezza di far parte della élite sociale in grado di dare una definitiva spallata a quello status quo ineguale, improduttivo e parassitario cui già la rivoluzione del 1789 aveva dato uno scossone e che col Congresso di Vienna nel 1815 era stato solo temporaneamente restaurato. 

Ecco, il borghese con la tuba, il moschetto e la giubba scura, probabilmente, secondo l'interpretazione prevalente, non sarebbe altro che un autoritratto che Delacroix stesso volle inserire all'interno del proprio capolavoro, per rendersi partecipe in prima persona di una rappresentazione destinata a entrare nella storia. 



Nella notta più scura e nell'inverno più gelido, sia ancora quel grido di Libertà a scaldare i nostri cuori. 

-Francesco De Paolis


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