La Primavera Araba
Rabbia, Treccani : "Stato fisiologico di intensa attivazione emotiva associata a forte disapprovazione. Presente nell'uomo sin dalla nascita, è una delle otto emozioni fondamentali".
Rabbia, Treccani : "Stato fisiologico di intensa attivazione emotiva associata a forte disapprovazione. Presente nell'uomo sin dalla nascita, è una delle otto emozioni fondamentali".
Diciamo che ciò che è successo nel nord Africa (ma non solo) tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 racchiude un po' tutto di questa emozione, che chiunque ha provato più volte nella propria vita. Ma quando è che la rabbia raggiunge il suo stato più passionale, più rude, in alcuni casi il più pericoloso? Ognuno avrà i propri principi, ma è indubbio come l'ingiustizia sia ciò che più fa impazzire l'essere umano.
La Primavera Araba è quindi il caso studio perfetto, la storia di una enorme ingiustizia.
Sito internet del Consiglio Europeo:" Relazione UE-Africa: l'obiettivo dell'associazione UE-Africa è di creare uno spazio di solidarietà, sicurezza, pace e prosperità sostenibile".
Belle parole, non è vero? Come però tutti sappiamo quello africano è un continente ancora in enorme difficoltà, schiavo di dittature, guerre intestine e, soprattutto, povertà.
L'Unione Europea sul proprio sito scrive di lavorare per raggiungere lo sviluppo, la prosperità, la democrazia… Qualche tentativo si sarà pure fatto, ma ciò che state per leggere vi farà dubitare sulla reale volontà di ottenere questi risultati.
17 dicembre 2010, Tunisia.
Dalla mattina di quel Venerdì Mohamed Bouazizi, fruttivendolo, viene infastidito dalla polizia locale, che (come spesso ancora succede, io stesso ne sono stato testimone), per concedergli la tranquillità fa capire di volere una tangente. Mohamed soldi ne ha pochi, prodotti degni di corruzione men che meno. Si legge che sia stato schiaffeggiato in pubblico da una agente, che sia stato umiliato. Col passare delle ore il senso d'impotenza, di ingiustizia, di RABBIA si accumulano, così Mohamed Bouazizi compie l'estremo gesto: va a comprare una lattina di benzina, se la versa addosso, e con un fiammifero si da fuoco. Davanti all'ufficio del governatore.
Da quel 17 Dicembre in Tunisia iniziano delle grandissime proteste pro-democrazia, che spaventano il ventennale governo autoritario firmato Zine El-Abidine Ben Ali. Disordini sociali, guerriglia, repressione nelle strade. Finalmente sembra che anche quelle terre, quei popoli abbiano la forza per prendersi ciò che gli spetta:
la dignità.
La spinta delle proteste è così travolgente che travalica i confini, contagia l'Egitto, la Libia, arriva anche in Iran e Siria.
Ben Ali annuncia il rimpasto, poche ore dopo si scopre che avesse già lasciato il Paese. Un carnefice, costretto a scappare con la coda tra le gambe dalla porta sul retro. È il 15 Gennaio 2011. In Egitto Mubarak è costretto a lasciare, in Libia viene ucciso dagli eserciti occidentali Gheddafi.
Oggi, a distanza di 14 anni, come si presentano questi Stati?
La Tunisia è l'unica nazione che da quest'ondata ha effettivamente beneficiato, lo Stato almeno ufficialmente non è più autoritario, si è allargata la sfera dei diritti individuali.
In Egitto è stato torturato e portato alla morte un nostro connazionale, Giulio Regeni, nel 2016, dai servizi segreti egiziani. La madre, nel momento del riconoscimento del cadavere, ha affermato di poter capire che fosse il suo Giulio solo dalla punta del naso.
In Libia dalla morte di Gheddafi è in corso una guerra civile che presenta due governi, uno di "Unità Nazionale" a Tripoli e uno guidato dal generale Hafter a Tobruk.
In Siria le città sono irriconoscibili.
In Iran le donne vengono ammazzate per il loro coraggio di scendere ancora in strada per i propri diritti
E allora qui veniamo alla domanda. Ma se davvero il benessere e lo sviluppo di questi popoli ci sta così a cuore, cara Unione Europea, perché non si è fatto niente? Anzi, qualcosa si è fatto, ma la direzione era diametralmente opposta. Trattare con Mubarak, Gheddafi, non è mai stato disdegnato. "Almeno con Gheddafi dalla Libia non arrivavano i migranti". Venivano costretti a restare.
La primavera Araba gentili lettori è un argomento molto più profondo, che andrebbe analizzato caso per caso, ma non sono io e non è questo il luogo adeguato per poterlo fare.
Quello che di utile il sottoscritto e questo pezzo possono fare è illustrarvi alcuni punti di vista, che magari non vengono evidenziati da chi di dovere.
La verità è che all'Unione Europea, ai suoi leader dell'epoca, della libertà della gente in Libia, per dirne una, non è mai importato nulla.
Le proteste a cavallo tra 2010 e 2011 ne sono la perfetta dimostrazione. Sarebbe bastato "poco", per poter costruire sulla macerie dei vecchi regimi, distrutti dalle persone nelle strade di Tunisi, del Cairo, di Damasco, Tripoli.
Non è stato fatto nulla. Questo episodio, purtroppo, ci costringe a dare ragione a George Orwell, che nella Fattoria degli Animali afferma come, alla fine, le rivoluzioni (da sole) cambino tutto, per non cambiare niente.
-Matteo Fanelli
Rabbia, Treccani : "Stato fisiologico di intensa attivazione emotiva associata a forte disapprovazione. Presente nell'uomo sin dalla nascita, è una delle otto emozioni fondamentali".
In una fase oscura e contorta della nostra giovane storia repubblicana, l'Italia ha affrontato numerosi momenti di grave instabilità sociale e politica. Era appena iniziata la stagione del terrorismo, apertasi con l'ondata di proteste sessantottine e inauguratasi con i primi omicidi di matrice politica: la strage di Piazza Fontana aveva dato il...
"Tu vuo' fa' l'americano 'Mericano, mericano ma si' nato in Italy", così cantava Renato Carosone.