La Primavera Araba
Rabbia, Treccani : "Stato fisiologico di intensa attivazione emotiva associata a forte disapprovazione. Presente nell'uomo sin dalla nascita, è una delle otto emozioni fondamentali".
"Tu vuo' fa' l'americano 'Mericano, mericano ma si' nato in Italy", così cantava Renato Carosone.
Era il lontano 1956, l'Unione Sovietica entrava coi carri armati a Budapest, in Italia il partito comunista sceglieva di non dissociarsi, ma il pensiero unico è un altro.
In Italia, in quegli anni, si sta con gli americani! Il modello americano, il self made man, il lavoro, la grana!
Ray Kroc visita un chiosco malandato sulla strada di San Bernardino, in California. È il 1955 quando viene fondata la McDonald's system Inc. Rivoluzionerà il mondo della ristorazione, inventando di fatto il concetto del fast food, esportato poi in tutto il mondo. Quattordici anni dopo la bandiera americana viene conficcata nella regolite lunare in diretta mondiale.
In quel momento milioni di persone, dalle televisioni dei propri saloni, si sono sentite orgogliose di stare dalla parte giusta, che porta benessere, che ti fa godere la vita.
I decenni passano, le stelle e le strisce rimangono comunque simbolo di cinema, locali iconici, band planetarie.
Il XX secolo si chiude quasi con la stessa ammirazione per l'atlantismo presente all'inizio degli stessi 100 anni, con milioni di persone (buona parte italiani) sbarcate nel continente americano per cambiare vita e realizzarsi. Molte di loro andarono in Argentina, ma chi cercava successo andava negli Stati Uniti.
E allora perché, adesso, se per la strada si sente la parola "Americani", la reazione spontanea è quella di sbuffare e far intendere che comunque non sono, alla fine, meglio degli altri?
Di prima risposta mi verrebbe da dire che beh, effettivamente è perché non sono meglio degli altri. C'è chi, anzi, sosterrebbe la tesi secondo la quale siano i peggiori. La causa di tutti i mali.
Quale è la ragione di un tale cambiamento di pensiero?
Se avessimo chiesto ai giovani di 30 anni fa se avessero avuto il desiderio di andare a trovare la propria strada in America avrebbero risposto, con gli occhi innamorati, "magari" …
La stessa domanda, se posta oggi, riceverebbe in cambio occhiatacce dai ragazzi, perché gli Stati Uniti ormai significano serie tv, guerre, armi, Trump.
Fukuyama in "La fine della storia" spiega come, appunto, la storia sia arrivata ad un termine. Questo perché la Liberal-Democrazia, sorretta da un modello economico capitalistico, è l'apice della società civile. Per una questione di benessere, la società non può desiderare un modello politico differente.
È evidente come il modello di riferimento sia quello statunitense. In tutto e per tutto.
Oggi, però, il sogno americano non esiste più. Conosco più persone che studiano in Asia che negli USA.
Nelle relazioni internazionali le potenze in crescita vengono chiamati challenger. Questo perché sono Stati, o un'associazione di essi, che tentano di sgretolare l'equilibrio preesistente. Nel nostro caso, lo status quo è l'egemonia americana, uscita vittoriosa dal bipolarismo della guerra fredda.
Succede però che questi challenger vengono sottovalutati, li si aiuta a crescere addirittura, fino a quando diventano più grandi dell'ipotizzabile
Sto parlando di Cina, Arabia Saudita, Russia, India. Attuali colossi mondiali.
La Cina ha stretto legami e collaborazioni con diversi stati africani e del Sud-est asiatico. Molti di questi riguardano le materie prime. Sarebbe superficiale, tuttavia, pensare che questo non possa avere una conseguenza nello scenario politico.
Sarebbe superficiale pensare che la Russia attacchi la Georgia nel 2008 conquistando in stile medievale parti dell'Abcasia e dell'Ossezia del Sud, e scegliere sostanzialmente di non intervenire, perché "tanto è un pezzettino della Georgia (che ce'frega)".
Sarebbe da stolti considerare l'attacco russo in Crimea come uno scontro intestino, decidendo nel 2014 di fare (e soprattutto dire) poco per salvaguardare l'indipendenza e la sovranità ucraina.
Sarebbe da stupidi, invece, stupirsi e rimanere scioccati in quella dannata mattina del 24 Febbraio 2022. Le bombe su Kiev, le sirene che strillano, una guerra "VERA" in Europa.
E allora si che parliamo di aggressione russa, di guerra all'Occidente, di sostegno agli invasi.
Secondo voi, gentili e credo non fessi lettori, queste sono gestione e analisi degli eventi degne di una potenza egemonica?
La risposta chiaramente è no. Ma allora vuol dire che sono stati commessi degli errori di valutazione da parte della potenza egemonica?
NO. O meglio, si, ma il punto non è questo.
Il punto è che la potenza egemonica non esiste più.
Noi, in quanto Italia, non facciamo più parte dello schieramento più forte al mondo.
L'escalation del progetto putiniano, di riallargare l'influenza russa in stile sovietico, è stata possibile non tanto per degli errori di valutazione, ma più perché non c'è una potenza, o una coalizione di queste, chiaramente più stabili e in grado di scegliere le regole del gioco.
E allora liberi tutti.
E allora Israele può permettersi di bombardare a destra e a manca, perché tanto gli Stati Uniti non hanno più l'autorità, la leadership, per poter costringere quello che teoricamente dovrebber essere il loro vassallo, a placarsi.
Ci si ritira anche dall'Afghanistan, perché non è più sostenibile, ci sono altre priorità.
L'Occidente sta implodendo. Non collassando, perché rimarrà, e anche tra gli attori principali, ma non sarà più l'architetto.
La storia ci dirà se per il mondo sarà meglio o peggio. L'assenza dell'egemone, però, come dato di fatto ci propone sul tavolo due nuovi conflitti, oltre a quelli già esistenti. Per lo più di larga portata, e soprattutto che sembrano non poter avere una fine. Una fine ragionevole intendo, perché la conquista di uno Stato da parte dell'aggressore non la considero tale.
La rielezione di Trump, e la continuazione del deragliamento americano, rischiano di causare qualcosa di inimmaginabile. Rischiano di non farci piacere più le sneakers, l'hot dog, o magari addirittura il McDonald's.
Come diceva un celebre Generale, "Il mondo al contrario". L'illustre penna, così tanto dal renderla innominabile, in realtà usava quest'espressione più per denigrare le minoranze e per vendere copie su Amazon. Ognuno definisce le proprie priorità, c'è chi crede sia importante parlare di bianchi e di neri e chi invece usa la celebre espressione per descrivere dinamiche internazionali.
Tuttavia, pensate, c'è chi credeva che il primo avesse ragione.
-Matteo Fanelli
Rabbia, Treccani : "Stato fisiologico di intensa attivazione emotiva associata a forte disapprovazione. Presente nell'uomo sin dalla nascita, è una delle otto emozioni fondamentali".
In una fase oscura e contorta della nostra giovane storia repubblicana, l'Italia ha affrontato numerosi momenti di grave instabilità sociale e politica. Era appena iniziata la stagione del terrorismo, apertasi con l'ondata di proteste sessantottine e inauguratasi con i primi omicidi di matrice politica: la strage di Piazza Fontana aveva dato il...
"Tu vuo' fa' l'americano 'Mericano, mericano ma si' nato in Italy", così cantava Renato Carosone.