La tregua di Natale

09.10.2023

Il 3 agosto 1914 la Germania di Guglielmo II, a seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando e dell'ultimatum austriaco alla Serbia, in virtù del rispetto del patto che la legava militarmente all'Austria-Ungheria e all'Italia, dichiarò guerra alla Francia, sua principale rivale nell'Europa centrale, scatenando così tutt'una serie di meccanismi a catena che fecero deflagrare definitivamente il conflitto

Da quel momento in avanti tutte le maggiori potenze mondiali mobilitarono le proprie truppe. Fu questo l'inizio della Grande Guerra. 

IL PRIMO ANNO DI SCONTRI

Sin dalle prime fasi, fu la Germania a condurre la guerra: forti di un avanzamento tecnologico superiore a tutte le altre potenze e di una rete infrastrutturale che consentiva un veloce spostamento di uomini e mezzi, i vertici tedeschi erano convinti di sbaragliare le resistenze nemiche in pochi mesi, suggellando, come a Sedan nel 1870, una vittoria storica e fulminante. 

Tuttavia, la realtà si rivelò ben diversa. Il Piano Schlieffen, elaborato dall'omonimo capo di stato maggiore tedesco, che prevedeva una rapida vittoria contro la Francia sul fronte occidentale per poi dirottare in massa il grosso delle truppe nei Balcani, così da sostenere l'Austria nello scontro con le armate dello Zar di Russia Nicola II, dovette presto scontrarsi con l'enorme difficoltà di realizzazione. Le innovazioni tecnologiche, su tutte la mitragliatrice, trasformarono presto lo scontro campale ottocentesco in una guerra lunga ed estenuante. Nell'angustia delle trincee i soldati sperimentarono notti e notti di bombardamenti ed esplosioni, e a poco meno di un anno dallo scoppio, la prima guerra mondiale viveva già la sua prima fase di stallo, con i due schieramenti tristemente barricati nei profondi fossi artificiali. 

LA TREGUA 

Il 24 dicembre 1914, ad Ypres, in Belgio, si verificò quanto di più inaspettato si potesse concepire: scesa la notte, i militari tedeschi, alla disperata ricerca di un barlume di normalità, iniziarono ad intonare cori natalizi e ad accendere, lungo tutta la linea di fronte, piccoli lumi, tentando così di onorare, in uno scenario così triste, la gioiosa ricorrenza. Dall'altra parte, anche gli inglesi cominciarono a cantare e ad applaudire, e in brevissimo tempo, contravvenendo alle disposizioni dall'alto, i due eserciti si ritrovarono, insieme, nella zona franca, ma senza fucili né granate. 

Furono organizzate partite di calcio dal sapore mondiale, come se il conflitto si fosse potuto risolvere idealmente sul campo di gioco piuttosto che su quello di battaglia. I soldati si scambiarono, seppur per una notte soltanto, doni e non pallottole. Per una notte soltanto, i tedeschi bevvero del whisky scozzese e gli inglesi indossarono i copricapi della fanteria tedesca. 

UNA NOTTE DI PACE

Per una notte soltanto, gli uomini al fronte riuscirono a riassaporare una normalità che mancava tremendamente. Lo spontaneismo e la genuinità della tregua resero quel Natale unico, sebbene in un quadro devastante di morte e distruzione. 

Tuttavia i vertici militari di entrambi gli eserciti non approvarono affatto il gesto di fratellanza e solidarietà, anzi. Vennero scoraggiate ulteriori manifestazioni di comunanza e fraternità, rendendo ancor più unico quanto accaduto nel '14. Gli anni successivi non si registrarono tregue né soste, e già dal 1916 il comando tedesco diede l'ordine di testare, sul fronte occidentale, le prime armi chimiche, gas letali che resero ancora più aspro e sferzante il conflitto. 

Per una notte soltanto, una fioca luce brillò nell'ombra. Per una notte soltanto, fu il pallone di cuoio e non il fucile d'acciaio, a misurare il valore del soldato. Per una notte soltanto, l'uomo tornò ad essere umano. 

-Francesco De Paolis


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