Muhammad Alì e Mike Tyson, quando le loro storie si incontrarono

16.08.2021

 LA CADUTA DELLA LEGGENDA

Una delle storie più belle, commoventi e controverse della storia dello sport mondiale ebbe inizio il 2 Ottobre 1980, nel celebre Caesar Palace di Las Vegas, teatro di mille "battaglie" e sfondo di magnifiche pagine di vicende sportive.

Proprio lì, nel cuore pulsante del desertico Nevada, si sfidarono in un attesissimo incontro Muhammad Alì, ex campione del mondo dei pesi massimi ormai nella fase calante della sua carriera, e Larry Holmes, da giovane sparring-partner di Alì, ormai già campione e pugile affermato. Il primo, alla non più tenera età di trentotto anni, si presentò al match in condizioni pessime, appesantito, gonfio e probabilmente, o meglio, sicuramente, molto provato dal morbo di Parkinson che stava iniziando a palesarsi.

Incredibile fu come la commissione medica non avesse impedito la sua partecipazione all'incontro e come la sua licenza fosse stata convalidata, nonostante dalle visite fossero emerse numerose complicazioni fisiche e motorie. Sta di fatto che il match si svolse e la sconfitta di Alì fu inevitabile. Sembrava inerme, immobile, quasi annichilito di fronte ai diretti del suo rivale. Ciò nonostante non cedette e incassò un gran numero di colpi da parte di Holmes che, dal canto suo, non fece nulla per porre fine a quella insensata agonia, prolungando la carneficina fino alla decima ripresa quando Angelo Dundee, coach e mentore di Alì, gettò la spugna, dichiarando la resa.


Una ridicola pantomima, una passerella spregevole di Holmes e un'ingloriosa uscita di scena di Alì.

Alì, provato dai colpi subiti nell'incontro con Holmes
Alì, provato dai colpi subiti nell'incontro con Holmes

LA PROMESSA DEL GIOVANE LEONE

Ad assistere a quell'indegno spettacolo, però, incollato al televisore, c'era un giovanissimo e irrequieto ragazzo del ghetto di Brooklyn dal passato travagliato e con il sogno della box, inorridito e sconsolato per la sconfitta del suo idolo. Questi, poco più che quattordicenne, riuscì, tramite il suo allenatore e mentore Cus D'amato, ad avere un brevissimo colloquio telefonico con Alì che, con il suo solito fare ironico e guascone, prometteva un nuovo incontro con Holmes con un ben diverso epilogo. In tutta risposta il giovane, che tanto per la cronaca si chiamava Mike Tyson, gli disse che non c'era bisogno, poiché tra qualche anno lui stesso avrebbe battuto Holmes per vendicare la sconfitta.


IL COMPIMENTO DEL DESTINO

Il 12 ottobre 1988, dopo una lunga trattativa con Don King, "patron" e organizzatore dei maggiori eventi pugilistici, si arrivò ad un accordo per far combattere un non più brillante Larry Holmes, reduce da due sconfitte con Spinks, contro un giovane ed affamato Mike Tyson, aspirante campione e nuovo astro nascente della boxe mondiale. Al Trump Plaza di Atlantic City fu invitato per l'occasione anche Muhammad Alì che, ormai visibilmente indebolito dal terribile morbo che lo affliggeva già da qualche anno, salì sul ring prima dell'inizio del match per augurare buona fortuna ai due contendenti.

PASSAGGIO DI CONSEGNE

Dopo un freddo e distaccato saluto ad Holmes, Alì si diresse verso l'angolo di Tyson e, sussurrando all'orecchio del giovane sfidante, gli chiese di battere il suo avversario, in memoria della vecchia promessa. Una scena che sembrò a tutti gli effetti una sorta di benedizione del vecchio campione verso il proprio erede.

Iniziato l'incontro, sin dalle prime battute si capirono le strategie dei due combattenti: Holmes, non più prestante fisicamente, tentò di sfruttare il suo maggior allungo per tenere a distanza Tyson che, sfruttando il suo baricentro basso e la sua maggiore rapidità, riuscì spesso a infilarsi tra la guardia del suo avversario. Al 4⁰ round Tyson, dopo un prolungato scontro a corta distanza, mise al tappeto per ben due volte il suo avversario e, a pochi secondi dalla fine della ripresa, riuscì nuovamente a mandarlo giù con un tremendo gancio destro. L'arbitro dichiarò la fine dell'incontro e la vittoria del giovane sfidante per TKO (KO tecnico).

Tyson dopo aver messo al tappeto Larry Holmes
Tyson dopo aver messo al tappeto Larry Holmes

Quando Tyson vendicò il suo idolo, segnando l'ascesa della sua carriera e mantenendo la vecchia promessa.

Quando la giovane stella conquistò il titolo di campione, diventando definitivamente "Iron Mike".

-Francesco De Paolis


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