Vasco Rossi, la ribellione tramutata in successo

20.11.2023

Ormai succede tutte le volte. Si spengono le luci, il prato inizia a strillare, Vasco sale sul palco. Bandana, occhiale, vestiti riconoscibili. Saluta il pubblico, parte la prima canzone. 

Mi commuovo. 

Lo schema è sempre quello. Da anni.

Il mio approccio con Vasco Rossi è stato obbligato, entrambi i miei genitori sono suoi fan. La prima canzone con cui entrai in contatto fu "buoni o cattivi", un pezzo rock, che spacca i muri, che ti entra dentro.
Sono andato per la prima volta ad un suo concerto circa 10 anni fa, all'Olimpico di Roma.
Sebbene per la mia tenera età fossi un ascoltatore accanito, di canzoni ne conoscevo ben poche, e questo, da bambino qual ero, non mi aveva fatto piacere durante il live. 

Quel concerto tuttavia mi ha segnato. Blasco stava male, e si vedeva. Parole sbagliate, fughe di mezz'ora ingiustificate, scarsa comprensione delle parole. 

Un disastro, lo possiamo dire.

In quel periodo soffriva di endocardite. È stato in coma per 3 giorni. "Sono vivo per miracolo ma del resto è la vita stessa a essere un miracolo" ha affermato poi in un'intervista.

 
Ho avuto la fortuna di vedere Vasco nel declino e nella rinascita.

Immaginatevi, un uomo che a 60 anni va in coma, dopo aver condotto una vita "di un certo tipo".

Lo vedi al concerto, sbaglia tutto. Pensi sia finito. Ringrazi il cielo che sia sopravvissuto, ma basta, meglio che si ritiri a vita privata. 

E invece no. E invece lui, col tempo, fa ricredere tutti, e ti fa commuovere. Ma non ti fa commuovere con un video celebrativo, ti fa commuovere live, al circo massimo, a 70 anni, con 70 mila persone che cantano, mentre lui è più carico che mai. Con l'occhiale da sole e la bandana, come nei giorni migliori.

Concerto di Vasco Rossi al Circo Massimo
Concerto di Vasco Rossi al Circo Massimo

Vasco è il simbolo della forza, della tenacia, della resistenza. Un artista che a 71 anni fa tour di mesi, con annessi sold out, e soprattutto lo fa con un'energia incomparabile. Incomparabile anche a quella di se stesso, nel concerto raccontato in precedenza. 

Un altro aneddoto che mi lega, o meglio, che lega la mia famiglia alla figura di Vasco Rossi, ha avuto luogo a Sanremo, nel 1983. Il cantante di Zocca si presenta all'Ariston, all'epoca simbolo del palazzo, dell'eleganza, e, perché no, anche un po' dell'ipocrisia dell'Italia della Prima Repubblica, con Vita Spericolata. Nei tempi odierni nessuno può negare il successo, la grandezza, di quella canzone. All'epoca, tuttavia, la concezione della musica era diversa. Vasco, quindi, si classifica penultimo.

Vasco Rossi a Sanremo nel 1983
Vasco Rossi a Sanremo nel 1983

Mio padre, per una serie di circostanze, era riuscito ad andare nei camerini dell'Ariston, e a parlare proprio con Vasco. Mi ha raccontato di avergli detto che sarebbe diventato un grande artista, che quel penultimo posto non significava nulla. 

Potete crederci o no, ma ci ha preso in pieno.

La sua più grande capacità è quella di scrivere testi che ci permettono di sentirci capiti, di sentirci meno soli. Le sue canzoni ci fanno capire come dei momenti negativi che stiamo vivendo non siano esclusivi alla nostra esistenza, perché dalla radio c'è qualcuno che li sta descrivendo per filo e per segno. 

Vasco è Rock e romanticismo, è condanna e ironia. Ironia che ha raggiunto il suo apice con "bollicine", canzone con la quale risponde alle accuse sulla assunzione di sostanze stupefacenti. Quella riga è semplicemente geniale! Coca… Cola!

Con due parole, utilizzando il brand più famoso del mondo, deride, quasi umilia, chi lo attacca, chi prova ad utilizzare vicende private per sminuirlo come artista. Tant'è che lui risponde non a parole, ma a versi, da vero fuoriclasse.

Vasco è unico perché unisce tutte le generazioni, come nessun altro è in grado di fare nella scena italiana. Ai suoi concerti è facile incontrare ragazzi, millenials, adulti, anziani. Questo perché ciò che scrive è semplicemente senza tempo.

Durante i suoi live la cosa più bella da fare, oltre a cantare, è guardarsi intorno. Tanta, tantissima gente, che si diverte, si lascia andare.

Nel corso del concerto al Circo Massimo del 2022 un ragazzo, probabilmente alterato dalla consumazione di molteplici birre, ha prima abbracciato mia madre, poi mio padre, e hanno cantato insieme. Due sconosciuti che non si fanno tante domande, e cantano. Necessario poi raccontare come sia accorsa la fidanzata, imbarazzata, che ha cercato di giustificarsi dicendo "questo nella vita fa il commercialista!".

Partendo dal presupposto che non ci fosse nulla da giustificare, il bello è questo. Il bello è che ad un suo concerto il commercialista si senta completamente spensierato, possa lasciar andare ogni freno per farsi guidare dalla musica.

C'è poi un'altra riflessione che vale la pena sviluppare. Ai tempi di oggi, dove il progressismo avanza senza regole, e con lui anche il femminismo, quello valido e quello fazioso, si cerca di sdoganare vari principi, tabù, e via dicendo. Tra questi, c'è ovviamente la figura della donna, l'oggettivazione del corpo femminile. Non entro nelle discussioni del merito, perché qui si sta parlando di musica, ma sapete in quale occasione le donne si sentono veramente libere?

Sì, proprio ai concerti di Vasco.

Concerto di Vasco Rossi, si canta "Rewind"
Concerto di Vasco Rossi, si canta "Rewind"

Ormai è quasi un rituale. 

Parte "Rewind", le ragazze salgono sulle spalle dei ragazzi, si levano maglietta e reggiseno, e via, ci si scatena. Nessuno si permette di dare fastidio. E non c'è oscurantismo, a volte vengono anche inquadrate nei maxischermi, ma a loro  non importa , perché si sentono completamente libere! 

Tutto ciò accade ad un concerto di un artista di 71 anni. 

Chiamarlo precursore è un eufemismo.

D'altronde, se fa 5 San Siro consecutivi, e c'è chi fa fatica a riempirne uno, qualche motivo ci sarà.

Chiudo col ringraziare personalmente Vasco Rossi, che probabilmente non mi leggerà mai, ma che ha inciso concretamente nella mia vita. Una volta in particolare, proprio nel concerto di Giugno 2022 al Circo Massimo. 

Era per me un momento complicato, per diversi motivi, tra cui l'esame di maturità alle porte. Quella serata mi ha dato una spinta in più. Mi ha aiutato a mettere da parte i miei problemi per andare avanti. E non credo di essere l'unico a cui Vasco abbia dato una mano.

Questo è Vasco, la ribellione che si è tramutata in successo, un successo destinato a non morire.

-Matteo Fanelli


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