Via il VAR, salviamo il calcio

09.01.2024

"Non si può più sbagliare, dai! Vanno al monitor, la vedono, non possono avere dubbi! Finalmente ci sarà giustizia, vincerà chi sarà più forte!"

Sole, mare, rumore delle onde e chiacchiere da bar. L'estate del 2017 fu come tante altre, ma l'ufficializzazione dell'introduzione del VAR ha alimentato e cambiato gli argomenti di spicco delle riviere italiane. Non più quindi il pallone, ma l'arbitraggio del pallone.  

Questa rivoluzione venne accolta di buon grado da gran parte dell'opinione pubblica del settore, agli occhi dei meno attenti l'inserimento della cosiddetta moviola in campo non poteva che fare bene ad uno sport con troppe ombre. Riconosco che io stesso sono stato figlio di questa corrente di pensiero, sminuendo il fattore "imprevisti", come tanti altri. L'unico a opporsi, fin quando ha potuto, è stato Le Roi Michel (Platini), da Presidente della UEFA. Una volta terminata la carica, l'inserimento del VAR ha avuto la strada spianata.

Succede però che, a più di sei anni di distanza, l'utilizzo di questa tecnologia risulti ancora macchinoso, contraddittorio, errato, e per qualcuno addirittura fazioso.

Per quanto mi riguarda, mi sono ricreduto da tempo. Ciò è dovuto al fatto che, alla fine, non si è ottenuto quanto si sperava. Anzi, è stato fatto solamente di peggio.

Vi chiedo: da quando c'è il VAR, sono diminuite le polemiche? Sono diminuite?

La risposta è no, sono addirittura aumentate. Vi ricordate il mancato rosso a Pjanic (anche se in quel caso la tecnologia non poteva intervenire, in quanto doppio giallo), il caso Giacomelli, la mano di Taylor, e via discorrendo?

Vabbeh, era la prima stagione, ci voleva un po' di rodaggio.

Adesso però di stagioni ne sono passate 6 e mezzo, e la gomitata di Bastoni è solo l'ultimo di una lunga serie di errori scandalosi, inaccettabili.

È un cambiamento che ha portato alla decrescita delle emozioni, all'urlo del goal strozzato per paura di un presunto fallo di 40 secondi prima, alla terminologia dello "step on foot", che noi plebei chiamiamo pestone. Ma vi ricordate il rigore di Juventus-Inter dell'Aprile 2022? Dumfries, sulla linea dell'area di rigore, subisce appunto un pestone leggero, che non compromette neanche l'azione.

Si rotola, fa la scenata, VAR. "Il contatto c'è, il piede di Morata è sopra quello dell'olandese". Ma scherziamo? Si assegnano i rigori perché mezza punta è leggermente calpestata dallo scarpino dell'avversario?

Il "fallo", lo step on foot
Il "fallo", lo step on foot

Oramai si gioca per avere il fermo immagine favorevole. La cosa bella è che, praticamente, se si va a guardare a rallentatore ogni contatto, si trova sempre un fallo. Lo si osserva a velocità 0.5, zoomato, con l'assistente in cuffia che ti suggerisce. Ma che calcio è? Vogliamo questo?

Quindi, ciò che dico è: abbiamo ugualmente le polemiche? Assolutamente sì. E allora ridatemi l'immediatezza dell'emozione pura, non frenata. Non voglio il calcio dello step-on foot e dei fermo immagine.

So di sembrare un nostalgico, un conservatore, ma non sempre il progresso (o ciò che viene dipinto come tale) è garanzia di miglioramento.

Il VAR andrebbe tenuto soltanto per il fuorigioco. Ma, anche qui, è necessario aprire una parentesi.

La tecnologia non sbaglia, garantisce equità. In questo almeno il fuorigioco semi-automatico è oggettivo.

Ma si possono annullare i goal per un quarto di spalla?

Sapete perché nasce la regola dell'off-side?

Perché, se inizia l'azione davanti al difensore, l'attaccante usufruisce di un vantaggio difficile da colmare.

Bene, credete che partire con mezzo millimetro in avanti conferisca qualche tipo di vantaggio? In questo caso sì che era giusto utilizzare il VAR, con le linee, che garantivano giustizia e rispetto della natura della regola. 

Va ricordato che il braccio non fa parte del corpo sanzionabile
Va ricordato che il braccio non fa parte del corpo sanzionabile

Per il resto, via il VAR.

Si sta ricercando freneticamente la perfezione del gioco, ottenendo come risultato l'alienazione dello stesso.

Gioco che da quasi 200 anni è il più seguito al mondo.

Quindi tanto male, senza VAR e compagnia cantante, non era.

Il cambiamento non è un obbligo! Si cambia se si migliorano le cose!

-Matteo Fanelli


Anche un gesto manifestamente scorretto, antisportivo, deplorevole, a volte può diventare a suo modo indimenticabile. Può accadere per il clamore sollevato, per le conseguenze cagionate o, in sole poche rare eccezioni, a causa dello status di iconica unicità del reo in questione.

Per gli inguaribili nostalgici e i romantici patologici, categoria cui colui che scrive si sente a pieno titolo di appartenere, spesso si manifesta il desiderio, per certi aspetti financo perverso, di poter apprezzare nuovamente, anche se in modo effimero e volatile, qualcosa di già accaduto e consegnato pertanto alla storia. Questo è un meccanismo...

Negli ultimi anni è evidente che il rapporto tra tifosi e società calcistiche, soprattutto a livello globale, si sia allentato a causa di gestioni impopolari basate su un modello di scelte che potremmo definire "aziendale."